Tra i tre quarti del del Romagna RFC uno dei punti di riferimento è certamente Simone Luci, che con 95 caps all’attivo quest’anno è alla sua quinta stagione con i galletti. Nato a Roma nel 1983, prima di vestire la maglia del Romagna, Luci ha giocato in Serie B con l’Accademia Rugby Roma, arrivando a disputare nella stagione 2006-07 con questa squadra le finali per i play off, poi perse con a vantaggio del CUS Padova Rugby. L’approdo in Serie A è dunque arrivato soltanto quest’anno con il Romagna, ma Luci – sempre presente nelle partite disputate in questa stagione – sembra aver già preso confidenza con questa categoria: “L’aspetto che differenzia maggiormente la Serie A dalla Serie B è l’approccio mentale alle gare: in questa categoria è indispensabile essere determinati e dare il massimo, sia negli allenamenti, sia nelle partite. Una volta capito questo, per me e i miei compagni è stato più facile scendere in campo e affrontare le avversarie, anche se le partite sono sempre molto tirate.”.
Luci continua sottolineando come il salto di categoria abbia inevitabilmente portato la squadra a evolversi sul piano del gioco: “Rispetto all’anno scorso ci dobbiamo confrontare con squadre di maggior livello e questo è sicuramente positivo perché ci ha fatto crescere sia in attacco che in difesa, portandoci a costruire azioni più articolate e di gruppo. Negli ultimi tre anni siamo cresciuti molto come squadra: l’arrivo di giocatori giovani e con un grande potenziale ha rafforzato il pacchetto di mischia ed è stato uno stimolo per la crescita degli altri reparti.”.
Il centro romano, ormai trapiantato a tutti gli effetti in Romagna, dimostra un forte attaccamento non solo alla squadra, ma a tutta la realtà della Franchigia, come rivela la sua collaborazione in qualità di aiuto allenatore dell’Under 16 con il Cesena Rugby: “Condivido pienamente il progetto Romagna, penso che sia un modello molto positivo e spero di poter contribuire a portarlo avanti, in particolare per quanto riguarda la formazione dei più giovani. Le selezioni giovanili rappresentano una grande occasione di crescita per i ragazzi che vi partecipano, è importante lavorare su questo aspetto.”.