Il finale di stagione allo Stadio del Rugby di Cesena è stato davvero speciale per Fabio Sgarzi, che nella partita con lo Jesi ha festeggiato le 100 presenze con la maglia del Romagna.
Il capitano dei galletti raggiunge questo traguardo sul finale di una stagione da incorniciare, che lo ha visto, insieme ai compagni, tra i protagonisti del girone, ancora in corsa per la vittoria finale, che si deciderà all’ultimo turno.
Sgarzi, classe 1990, è tra i più esperti del giovanissimo gruppo romagnolo, essendo alla sua sesta stagione con il Romagna: un’esperienza che ha messo a disposizione della squadra assumendone, già dall’anno scorso, la fascia di capitano.
“Il traguardo dei 100 caps è emozionante di per sé e non potevo sperare di meglio che arrivarci da capitano della squadra, nella partita con cui abbiamo chiuso la stagione davanti al nostro pubblico, da imbattuti”, commenta Sgarzi, “è un risultato che ci teniamo stretti, è il segnale di quanto il gruppo sia cresciuto quest’anno, arrivando, in modo del tutto inaspettato, a giocarsi la vittoria del campionato all’ultima giornata.”
Sgarzi ripercorre il percorso fatto in questi anni insieme alla squadra: “Le emozioni non sono mai mancate, dalla prima stagione in Serie A, difficile e sofferta, ma sicuramente preziosa come esperienza, all’entusiasmo con cui stiamo affrontando questo campionato: negli anni scorsi sono state gettate delle basi importanti che ci hanno permesso di arrivare a fare un salto di qualità, negli allenamenti, nelle partite e soprattutto fuori dal campo. Alla base di tutto c’è un gruppo affiatato e ben amalgamato, un lavoro di qualità fatto dello staff e prezioso sostegno di tutto l’ambiente che ci sta seguendo con tantissimo affetto. Insomma non posso che essere soddisfatto per essere arrivato a questo punto.”
Arrivati alla vigilia della sfida finale con il Florentia, inevitabile uno sguardo a questo appuntamento: “Il destino ci ha messo di fronte a una vera e propria finale, è la partita che tutti vorrebbero giocare. Noi andremo a giocarcela consapevoli di quello che abbiamo fatto finora e di quello che possiamo ancora fare”.